Covid 19
Cosa rischia chi esce di casa senza un valido motivo?
Chi non rispetta le prescrizioni descritte nel Dpcm 8 marzo 2020 incorre nel reato di cui all'art. 650 codice penale, il quale prevede la pena dell'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a euro 206. Attenzione perchè l'ammenda non è una sanzione amministrativa e non può essere erogata nel momento della verifica da parte delle forze dell'ordine, ma può essere inflitta solo all'esito di un procedimento penale che inizia con la denuncia. Quando veniamo fermati possiamo essere denunciati nel caso in cui il nostro spostamento non sembra essere giustificato, ciò non toglie di poter dimostrare il contrario in giudizio. Il problema è che a distanza di soli pochi giorni dall'entrata in vigore del decreto, abbiamo oltre 43 mila denunce, il che significa che le forze dell'ordine hanno modo di pensare che 43000 soggetti non abbiano rispettato gli obblighi di legge. Poi ci sono i più furbi che credono di poter evitare la denuncia attestando falsamente di essere usciti di casa per bisogni primari o per stretta necessità, ma non sanno che in tal caso si è comunque passibili di denuncia, ma di un reato più grave che è la falsa attestazione a pubblico ufficiale (art. 495 cp), che prevede la pena da 1 a 6 anni di reclusione. Volendo estremizzare sembra che farsi una passeggiata all'aria aperta sia diventato un reato... ma lo Stato può imporre queste leggi e limitare cosi tanto la libertà di un soggetto? Anche se si tratta di un diritto costituzionalmente garantito (art. 16 Costituzione libertà di circolazione)? Il legislatore molto spesso deve fare un bilanciamento dei diritti fondamentali dell'uomo, si trova, quindi, nella situazione di dover scegliere quale diritto deve essere limitato per poterne garantirne un altro. Nel decreto ci stanno chiedendo, in pratica, di limitare il nostro diritto di circolazione e di libertà in generale per tutelare un altro diritto fondamentale importantissimo che è quello della nostra salute e dei nostri cari, per questo possiamo affermare che la limitazione del diritto è del tutto lecita e legittima.
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